De Francisco Angelo

Angelo de Francisco nasce a Milano, nel marzo del 1951, dove risiede e lavora.

Dopo aver conseguito la Maturità classica e quella artistica sotto la guida di Franco Mazzucchelli, nel 1976 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera e come allievo del critico e docente Guido Ballo, approfondisce il significato dell’Arte e del suo farsi. L’arte e la pittura in particolare, sono il mezzo con cui cerca di esprimere, sin dal lontano ‘68, il suo senso di esistere. Le tecniche che usa, legno, smalti, olii, non sono solo strumenti d’indagine per un discorso più profondo, ma sono anche una sfida nel contemporaneo senza più valori umanistici, nel contemporaneo massificato chiuso nelle fabbriche o negli uffici, alla condizione alienata dell’uomo che attraverso l’Arte e il suo operare, può ritrovare una via d’uscita ai condizionamenti imposti. Utopico e visionario, poeta mimetizzato da comune impiegato, in mostre come I-o chi, lacerato nella Storia c-e-r-c-o (1979), Dalle combustioni plastiche agli automi, (inizi degli anni ’80), Ritratti in un fine millennio (anni ’90), rappresenta questa sua ricerca che il critico Gianni Pre ha saputo ben evidenziare nei suoi saggi.
L’incontro con lo scultore Romano Pelati, agli inizi degli anni ’80, lo incoraggia a proseguire su questa tortuosa strada, nonostante gli insuccessi incontrati, e come stimolo Romano Pelati gli acquista un’opera. “Lavora per te stesso”, lo incita, “non preoccuparti di cosa gli altri dicono o pensano di te. Se credi in quello che fai, vedrai che alla fine il tempo ti darà ragione”. Negli anni ’90 l’incontro con lo scultore Alfredo Mazzotta, che lo aiuta nella stesura del suo primo catalogo monografico comprendente le opere tra il 1973 e il 1990.

 Nel 1997 pubblica il saggio La Coscienza dell’ Immagine – Psicoanalisi dell’Arte?, edito dalla casa editrice Nuovi Autori di Milano, che verrà poi presentato presso l’Associazione Culturale Renzo Cortina di Milano. Un’inedita analisi tra il “Segno” e il suo “Significato”. Sul finire degli anni ‘90, con la pittrice Maria Tcholakova approfondisce il concetto di anatomia in relazione allo spazio. Dal 2000 in poi, la pittura non riesce più ad esprimere la sua ricerca interiore e la macchina fotografica digitale coadiuvata dallo scanner e software d’immagini, prende il posto del pennello. Anche la fotografia ben presto gli sembra troppo statica, ferma, e dall’immagine al Video il passo è breve. Nel 2008, sotto la guida dell’architetto e critico Lorenzo Bonini, la prima mostra personale che raccoglie questi nuovi lavori fotografici, presso la galleria Schubert di Milano. In contemporanea, il Comitato Olimpico Cinese gli commissiona un’opera di grande formato, durante le Olimpiadi del 2008 che poi girerà nei vari Musei internazionali, prima di essere collocata definitivamente nel Museo di Pechino.

“I Video sono una pittura in movimento che racconta il presente quotidiano, il “copia-incolla” di situazioni estrapolate dai TG o altro, seguendo una sceneggiatura interiore, un racconto di rabbia, di denuncia o di speranza, trasfigurati da una tecnica computerizzata che apre le porte ad innumerevoli interpretazioni.”

L’opera digitale di Angelo de Francisco, nasce ai primordi di questo nuovo millennio. Foto e video sono il tessuto su cui si articola questa sua nuova ricerca. Il computer diviene la matrice che dà vita a queste sue nuove opere, un mondo di variegate raffigurazioni che vanno dai ritratti, autoritratti, ai paesaggi urbani e marini. De Francisco brucia i tempi della fotografia e dipinge con colori computerizzati. La macchina fotografica è solo un pretesto per catturare immagini ad alta risoluzione, che poi vengono immesse in una alchimia computerizzata da cui rinascono rielaborate e cariche di nuova vita. Computer e scanner quindi, sono i nuovi strumenti con cui inizia a ricercare.

Opere in esposizione:

Stampa