Ceriachi Simonetta

Architetto, docente in Ancona, Simonetta Ceriachi lavora da sempre nel mondo della comunicazione visiva.

Componendo opere e insegnando. Proveniente da Maiolati Spontini nella Marche, la Ceriachi si forma a Firenze dove nasce il primo amore per l’architettura classica, per la ricerca dell’armonia, per la scansione linda degli spazi.
Tornata nelle Marche si sfida nelle varie discipline: dalla pittura alla ceramica, dalla scultura all’installazione. E non tralascia le “immagini in movimento”, il cinema, che la vede autrice di molti cortometraggi spesso coronati da premi e riconoscimenti. L’autrice è protagonista del teatro. Per lei la messa in scena ha le caratteristiche di un’arte antica: rituale, anticaricaturale, liberata dai vincoli della rappresentazione realistica ma ricca di simbologie e di sapienti artifici che rendono, attraverso i Pupazzi, il mondo immaginario l’unico mondo possibile.

Partecipa a rassegne artistiche: Rassegna d’arte G.B. Salvi, Esposizione pubblica a Maiolati Spontini, Collettiva internazionale al M.I.S.A.M. di Rimini, Collettiva internazionale Ar(t) Cevia, Land Art alla Casa degli Artisti al Furlo, Galleria Puccini ad Ancona, in diverse altre città, riceve premi e riconoscimenti in vari ambiti anche per la produzione di pupazzi in gommapiuma.

Rintracciare nei luoghi, che hanno visto la sua presenza fino da bambina, la matrice culturale che ha agevolato lo sviluppo di un coerente nucleo concettuale dal quale ha origine la sua opera, risulta chiaro. Gli elementi sono quelli di qualsiasi luogo, l’aria, il vento, l’acqua, la materia, la terra, riconoscibili da tutti per tanto intellegibili. Sono questi i soggetti che l’autrice esalta, paradossalmente attraverso il vuoto, la lacuna, quella parte mancante di materia aggregata di metallo si lascia attraversare dagli elementi. Il limite dettato dalla consistenza delle cose si interrompe, il salto dell’attenzione è subito traslato dal concreto all’astratto, allo spirituale, non si può arrestare il processo di osservazione, si va oltre il visibile. Le culture si unificano non per principi morali ma per la naturale aderenza alle radici comuni che l’uomo ha trovato senza il suo intervento volontario. L’uomo abita la terra modellata da forze, energie e volontà insondabili.
Dividere per unificare, analizzare, distinguere per valorizzare l’uno e il tutto.

(Testo di Andreina De Tomassi e Giovanna Maddalena Sapio)

Opere in esposizione:

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