Fedi Daniele
Nato a Firenze il 15 ottobre 1954, ha studiato disegno tecnico e grafica pubblicitaria lavorando nel settore grafico tipografico per oltre 10 anni, realizzando studi grafici di pregio.
La passione per l’arte classica e rinascimentale fiorentina lo portano a sviluppare un approfondito studio su volume e prospettiva. Infatti le sue opere vivono di luce e contrasti con una particolare attenzione alla interattività fra opera ed osservatore. Ma da qualche anno la ricerca di nuove strade innovative lo portano a sperimentare l’uso di parti di specchio da inserire nelle tele.
Lo specchio inserito direttamente nella tela, nudo, graffiato, reso a mosaico, verniciato o tagliato dà un’immagine unica alle sue opere. Un lavoro unico e difficile, dove integrare diventa essenziale per il miglior risultato. Lo specchio o gli specchi permettono di dare una luce particolare e di modificare il senso dell’opera in base al punto di osservazione. La scelta è molto apprezzata da chi cerca nuove vie all’arte moderna.
Daniele Fedi può essere chiamato l’artista degli specchi perché integra mirabilmente pittura e lavorazione del vetro. Come asserito da molti prestigiosi curatori artistici e critici, siamo in presenza di una svolta evolutiva dell’arte contemporanea proiettata verso un futuro unico ed innovativo.
Ha partecipato a molte mostre fra cui: Londra, Firenze, Miami, NewYork, , Parigi, Basilea, Berlino, Genova, Roma Treviso, Grosseto, Pisa. L’opera di Daniele Fedi si colloca sulla linea di confine tra astrazione ed espressione. Il suo è un approccio basato su una “razionalità istintiva”, sulla restituzione spontanea e immediata delle percezioni interiori. L’astrazione delle sue immagini riguarda soprattutto la forma, ovvero, il fatto che le sue forme non diano luogo a nulla di immediatamente riconoscibile. In questo senso, anche per Fedi, la forma “accade dopo”, è una conseguenza del sentire, e in questo senso “si attiene” all’idea.
L’artista procede in maniera totalmente autonoma rispetto alla figurazione, attinge alle sue forme mentali, va oltre le capacità sensoriali dell’uomo per dar vita a pure suggestioni. La visione impetuosa che Daniele Fedi ha dall’arte fa emergere l’aspetto istintivo e quasi furioso della creazione, dello stile e del carattere dell’artista. L’irrequietezza descrittiva e narrativa, che esplode in quel magma denso e tumultuoso, dichiara la sua reazione contro gli accademismi. Dipingere per lui significa sentire letteralmente il colore, la sua energia, e liberarne la tensione sulla tela, insieme ai tormenti di vita e a quanto contenuto nell’informalità della materia. Significa entrare in rapporto con il cosmo e riscoprirsi nel suo dinamismo. Sicuramente, quindi, il percorso artistico di Daniele Fedi si è alimentato nell’universo stilistico dell’astrattismo; ma al contempo si è allontanato dalle sue norme, per raggiungere un differente e personale linguaggio. Il tema dei quadri di Fedi non è la figura ma la sua azione, la relazione tra l’artista e lo spazio finito della tela, che egli organizza con elementi che disegnano movimenti diversi ma non in conflitto tra loro, perché rispondenti ad un unico progetto. Una pittura non solo razionale e non solo soggettiva, ma attenta al rapporto tra l’essere e il cosmo. Sebbene, nelle sue opere, la figura umana, non manchi, l’artista indaga la presenza nel mondo del soggetto.
Come Paul Klee, egli è consapevole che l’artista, oggi, è qualcosa di più di una perfetta macchina fotografica, è creatura terrestre e insieme creatura nell’ambito del tutto.
Si evidenzia, infine, il nucleo della sua arte: un’idea trascendente della realtà, in cui entrano anche le emozioni, perché, citando l’artista, “non c’è arte senza emozione
Opere in esposizione: