A.T. Anghelopoulos
A.T. Anghelopoulos vive e lavora a Roma.
Da sempre gioca con l'arte. Frequenta i primi corsi di pittura a dieci anni e ancora giovanissimo, negli anni '80, entra in contatto con alcuni affermati artisti nazionali, tra cui Gigino Falconi. Nel frattempo intraprende studi musicali e si appassiona alla fotografia, curandone tutte le fasi tecniche nel suo laboratorio semiprofessionale. Il primo amore tuttavia non si scorda mai. Infatti, dopo gli studi classici e la parentesi accademica, torna a praticare le arti visive (pittura, installazioni) obbedendo all'ennesimo irresistibile richiamo della grande arte contemporanea e dei suoi percorsi più innovativi (Rothko, Klee, Magritte, Schifano, per citarne alcuni). Sensibile al richiamo dell'arte che si nutre della vita del mondo ma che, al contempo, è capace di «sognare contro il mondo e strutturare mondi che sono altri» (G. Steiner). Diversi i soggiorni artistici nelle città europee, ma è negli Stati Uniti che rimane particolarmente colpito dagli artisti più rappresentativi del secondo dopoguerra. Con l'opera Inner Life-Vita Interiore (ispirata all'opera La Bella Principessa attribuita di recente a Leonardo da Vinci, che è stata esposta in Italia durante l'Expo 2015 nella Reggia di Monza) A.T. Anghelopoulos è stato scoperto da Vittorio Sgarbi che lo ha voluto per la 'Biennale di Milano-EXPO Milano 2015'. Claudio Strinati, curatore della sua recente monografica, ha scritto: «Anghelopoulos ha la consapevolezza e la qualità di un artista notevole. Le superfici delle sue opere vengono percepite come graffiate, soffocanti per certi versi, e viene da paragonarle a crateri lunari, visioni satellitari, filamenti celesti, viaggi in mezzo a cieli densi di nuvole pesanti e tempestose. La sua percezione ricorda talvolta Klee, talvolta Rothko». A.T. Anghelopoulos è un artista concettuale che indaga, esplora, sperimenta. Nelle sue mani l'arte si fa strumento di riflessione sull'uomo e sulla società contemporanea. L'arte per A.T. Anghelopoulos è bellezza, riflessione, provocazione. L'artista diventa intermediario tra mondi, quello interiore e quello esteriore, tra il mondo terreno e il trascendente. Le sue opere sono spazio di riflessione, parentesi intima e di dialogo con l'osservatore. Sembrano dare un'anima ai luoghi.
Opere in esposizione: