Tortorici Alba
Nata a Scicli, cittadina barocca in provincia di Ragusa, è Maestra d'Arte ed Abilitata per l'insegnamento di Educazione Artistica.
Finiti gli studi artistici in Sicilia, inizia la sua carriera artistica: espone in diverse città siciliane e partecipa a vari concorsi nazionali ed internazionali di pittura. Per motivi di lavoro, si trasferisce a Siracusa proseguendo la sua vita artistica. Nel 1980, viene trasferita in Algeria in un cantiere italiano al limite del deserto. Qui continua a dipingere ispirata dal grande Sahara e dalle bellezze dell'Algeria. Dopo circa otto anni di permanenza in Algeria, rientra in Italia nella sede centrale lavorativa di Roma. Riprende anche la sua vita artistica continuando però a viaggiare. Questi viaggi furono importanti perché sono stati la vera fonte di ispirazione per le sue opere pittoriche. Dedica tutte le sue mostre ai Paesi che ha visitato: Algeria, Cina, Russia, Spagna, Stati Uniti d'America. Nell'anno 2010-2011 dedica 20 opere alla città di Roma, che la ospita da venti anni. Inoltre la sua produzione artistica continua con 21 opere dedicate alla Cina. La sua curiosità innata e il suo spirito di avventura l'hanno sempre spinta in luoghi diversi e affascinanti ed a ricercare il senso profondo delle bellezze del mondo, in un turbinio di emozioni e sensazioni che ha saputo raccogliere e, successivamente, tradurre attraverso la sua arte. Ha collaborato per circa dieci anni con Il Giornale di Ostia (la pagina degli eventi artistici); inoltre, Alba Tortorici è l'autrice del libro Tè alla menta (pubblicato dalla casa editrice Pagine di Roma nel 2003) e della sceneggiatura teatrale Un sogno ad Algeri con la regia di Carlo Cianfarini, rappresentata al Teatro Euclide di Roma nel 2006. In periodi diversi ha collaborato con qualche giornale mensile di quartiere di Roma, sempre nel campo dell'Arte.
Opere in esposizione
Nell'accostarsi allo stile pittorico di Alba Tortorici sorge spontaneo fare un confronto in parallelo con la musica. Infatti, così come la musica attraverso i suoni fa percepire emozioni, struggimenti, passioni, sentimenti, echi lontani di gioie e sofferenze, filtrati dalla sfera emotiva e sensoriale, la pittura della Tortorici non è finalizzata a riprodurre il mondo in modo puramente descrittivo, ma bensì a vederlo e filtrarlo con il pathos dell'anima, individuando forme e immagini, che suscitano delle emozioni e innescano sensazioni e percezioni e anche a riscoprire e valorizzare quella componente di "humanitas" oggi parzialmente dimenticata o andata perduta, negli stilemi espressivi convenzionali. Nei quadri lascia emergere e affiorare la sua parte più profonda, in un insieme di ricordi, esperienze, suggestioni e osserva la natura e l'ambiente circostante, che offrono spunti congeniali di riferimento con forme, prospettive, colori. La Tortorici si propone di recuperare e rivalutare, condividendolo con lo spettatore, quell'universo di risorse insito nell'arte in continuo movimento dinamico e in costante fluttuazione evolutiva. Nel suo fare arte non ha bisogno di utilizzare espedienti pittorici complessi e sofisticati, ma attinge dal variegato e multiforme comparto di raffigurazioni di immediata fruibilità narrativa, che riescono da subito a catturare e conquistare l'attenzione dello spettatore, incentivandolo ad un coinvolgimento diretto e interattivo. Accostarsi alle opere della Tortorici è come intraprendere un simbolico viaggio meraviglioso, che conduce con la fantasia e l'immaginazione oltre il confine della realtà visibile e proietta nella dimensione fantastica e onirica, ai confini con il mondo dei sogni, coinvolgendo al contempo la mente e il cuore e trasportando in una fase di intensa riflessione interiore.
La pittrice padroneggia con acquisita maturità il colore e la materia, diventandone "complice e amica" mediante l'atto del dipingere. La sua pittura diventa un gioco creativo avvincente e accattivante, avvalorato dagli effetti chiaroscurali e dalle combinazioni luci/ombre, trasformando il reale in una visione quasi impalpabile del mondo, posta in bilico tra realtà e fantasia, tra realtà e finzione immaginaria. Le tele appaiono come degli scenari misteriosi, che si aprono all'occhio incuriosito dell'osservatore, come se fossero delle porte magiche e mostrano rievocazioni, che sollecitano e alimentano la fantasia interpretativa, inducendo chi guarda a porsi delle domande e a fornire delle risposte di pertinente attinenza. Per poter comprendere e assaporare appieno l'arte della Tortorici bisogna porsi dinanzi alle sue creazioni lasciandosi trascinare e trasportare dalla permeante magia delle suggestioni sprigionate. Linee e tratti segnici, che superano e oltrepassano lo spazio delimitato dalla tela, con una prospettiva di plastico dinamismo. Volti e figure misteriosamente intriganti e affascinanti. Intrecci e commistioni di elementi e componenti, che generano una formula rappresentativa alchemica inusuale, che possiede in sé una pulsione vitale di vibrante energia. Dentro i quadri ognuno vi può trovare la risposta ai propri interrogativi esistenziali, come in uno scrigno prezioso di emozioni e sensazioni purissime.
La gamma dei colori, in un alternarsi di chiari e di scuri, di toni più o meno vivaci e accesi, sfida le leggi cromatiche più classiche e tradizionaliste e infonde ad ogni immagine una sorta di schermo quasi animato da vita propria, in un avvincente dipanarsi di significati, di interrogativi e quesiti, di storie, che nascono e si sviluppano all'interno della stessa visione, lasciando lo spettatore positivamente sorpreso, stupito e al contempo ammaliato. Ogni quadro, ogni realizzazione possiede una propria storia particolare, una propria peculiarità identificativa esclusiva, che si ripropone mai uguale a se stessa, ma bensì sempre in trasformazione, a seconda del punto di vista dell'osservatore. Per lei la pittura è concepita come pieno e totale risveglio dei sensi, come esperienza unica e ineguagliabile, come incontro con l'arte nella sua essenza più elevata. Considera la pittura come un percorso di crescita personale e spirituale, mediante cui instaurare le relazioni umane e innescare una comunicazione a scambio introspettivo. Per lei l'arte simboleggia la vita e l'energia vitale, così come è simbolo dell'immortalità nel ciclo dell'esistenza, nascita, morte e rinascita. Nelle composizioni, che privilegiano la matrice figurativa, è contenuta parte della vita dell'autrice, ci sono le tracce del suo vissuto, che salgono in superficie. Posando lo sguardo sui quadri e ascoltandone "l'anelito e il respiro vitale" ci raccontano la storia di questa donna-artista nell'appassionato slancio e nella viscerale e accorata dedizione per l'arte, di cui si rende autorevole portavoce, collocandosi in una prospettiva a tutto tondo, concepita in chiave moderna, innovativa e attualizzata.
Elena Gollini - giornalista e curatrice d'arte