Rudellin Diego
Diego Rudellin nasce il 23 marzo 1967 a Milano e successivamente si trasferisce con la famiglia a Dimaro di Valle in Sole, dove attualmente vive e lavora.
Dopo aver frequentato gli studi tecnici nasce la sua passione per la lavorazione del rame. Inizialmente come autodidatta, frequenta successivamente corsi di disegno per dedicarsi poi all’approfondimento dell’anatomia. Le prime sculture risultano soggetti semplici e basati quasi esclusivamente su una descrizione formale degli stessi. Un’ulteriore e costante evoluzione lo porta alla figura umana in cui è forte il desiderio di esprimere determinati valori. Negli anni visita varie mostre e città prediligendo l’arte contemporanea e in seguito l’artista sente l’esigenza di esprimere un significato più intimo e profondo nelle sue opere.
Opere in esposizione:
Per il primo teorico della statuaria, Leon Battista Alberti, la scultura consiste essenzialmente nel “tradurre nell’opera figure ed immagini somiglianti a corpi generati dalla natura. Come la natura è consapevole di ciò che crea, così lo scultore, con i procedimenti della propria disciplina, scoprirà i particolari principi della sua arte”. L’opera dello scultore è vista dal grande teorico del Rinascimento come un’imitazione non affidata al caso, ma a regole precise. Queste si scoprono con il rilevamento delle misure e la presa dei punti. Ed è un processo, che non si assesta nell’imitazione diretta di un corpo naturale. Scolpire è soprattutto misurare. Se questa definizione, accompagnata da consigli pratici e da strumenti appositi, può soddisfare la linea di principio, non tocca tuttavia il problema centrale dello scolpire, cioè il conflitto diretto con la materia, un corpo a corpo di cui Leonardo denunciava la fatica. È proprio nel domare, modulare, forgiare, plasmare e dominare la materia, che si dimostrano le capacità dello scultore. Nel solco di questa radice di secolare tradizione si innerva e muove i suoi passi l’arte di Diego Rudellin, compiendo un percorso di originale concezione e con una spinta innovatrice, che lo colloca perfettamente nel filone della scultura concepita in chiave moderna e contemporanea, seppur mantenendo ancorato un riferimento agli insegnamenti passati, ma proponendo uno stile attuale, sui generis e non convenzionale, libero, distaccato e svincolato da dogmi e canoni troppo rigidi e rigorosi.
La scultura di Rudellin si presenta come un personale viaggio poetico nell’arte, vissuto attraverso lo sviluppo della forma e la sperimentazione dei materiali, utilizzati per raggiungere esiti atipici e soluzioni formali inedite e con un dialogo diretto e ravvicinato tra materia e realtà, tra sogno e dimensione plastica, tra dimensione reale e proiezione fantastica e surreale, il tutto collocato in un proporzionato e bilanciato equilibrio metafisico. È una scultura di forte e immediata capacità attrattiva. Le opere sono vere architetture composte, dotate di movimento dinamico intrinseco e possiedono una vitalità e una struttura protesa in uno slancio con un’ascesa verticale. Muovendoci loro intorno, in visione globale e tridimensionale, si propaga una speciale energia vibrante. C’è una sensibilità tutta moderna, che anima le creazioni e delinea un avvincente e intrigante percorso, che si snoda seguendo il ritmo interiore cadenzato dell’autore, che risuona come una partitura musicale simbolica piena e intensa e annuncia un volo pindarico virtuale e immaginario, rappresentato dallo slancio verticale trainante verso l’alto, a cui tendono le sculture. Egli cerca una strada verso la leggerezza togliendo peso alle strutture formali e indirizzando la sua ricerca verso un’arte dell’essenzialità e dell’armonia sostanziale. È una strada simbolica e intrisa di messaggi e significati sottesi e di metafore subliminali. Una strada tracciata e condotta verso la lievità e il sogno, costruendo un tragitto che recupera il senso del tempo e della storia e si apre ad una suggestiva modernità.
Viene delineata una dimensione tesa ad evocare una prospettiva enigmatica dell’arte, tutta da scoprire e rivelare.
Le sculture assumono le sembianze di figure misteriose e conservano i loro segreti, indicando luoghi pieni di verità nascoste e celate. Possiedono l’indeterminatezza delle visioni oniriche e immaginarie e appartengono a una dimensione posta in bilico tra reale e irreale, tra slancio verso il futuro e recupero di memorie ancestrali e radici antiche. Le opere nel trovare espressione congeniale nello sviluppo in verticale rimandano ad una ricerca estetica accurata, che non si traduce mai in semplice riproduzione copiativa, ma persegue un’elaborazione formale più complessa e articolata, una sorta di incontro e nascita di visioni simboliche, che offrono un doppio sguardo di lettura interpretativa, rivolto verso l’esterno e anche all’intimo, instaurando una specie di monologo interiore, nel
quale coinvolgere lo spettatore.
Rudellin trasmette nelle opere il suo modo di vivere il presente e orientarsi al futuro, senza lasciarsi imprigionare e inibire dalla storia e dalla tradizione, ma ricomponendo un proprio esclusivo universo visivo in un teatro dell’immaginario. Egli non svela mai completamente il disegno finale, ma lascia al fruitore dei segnali e dei codici ancora da decifrare e interpretare, con una visione che resta sulla soglia e si ferma sul confine, invitando a protendersi per guardare oltre la finitezza e i limiti dell’esistenza umana.
Elena Gollini - curatrice d'arte e giornalista