Etterich Lisa
Lisa Etterich è nata a Dülmen, Germania.
Dal 1971 al 1974 studia Design all’Istituto tecnico di Münster, per poi frequentare dal 1985 al 1988 dei corsi alla Scuola d’arte di Amburgo. Successivamente, dal 1990 al 1993 segue corsi alla Scuola d’arte di Zurigo e, per finire, dal 1995 al 1998 frequenta l’Istituto di Belle Arti di Bochum. Allieva del Prof. Dr. Yang, Lisa Etterich vive e lavora a Dülmen, interessandosi dalla giovinezza alla pittura e al disegno.
L’artista afferma: «I dipinti sono lo specchio dell’anima, una parte di te stesso ed esprimono la personalità. Le immagini sono onnipresenti e una sfida per l’osservatore. Danno un’attiva esperienza di visione e sono di importanza basica per l’esperienza di sé.»
Anche dalle sue parole si deduce che le sue impressioni e la sua ispirazione si riflettono in svariati modi nei suoi dipinti, anche le sue tecniche sono differenti, così come la scelta della tematica. Tuttavia, la comunanza di individualità può essere vista nell’insieme. Ella nega l’irrequietezza e gli assalti del tempo anche se presenti ai margini delle proprie creazioni. In queste raffigura un mondo alternativo che aspira non al caos e alla violenza, ma all’ordine e all’armonia del cosmo.Tale mondo è frutto della sua immaginazione metafisica e cosmica, non dalle forze del mercato. Da ciò si capisce che l’artista è sulla via del mistero creativo di Dio e mostra l’universo nel momento del divenire.
La rappresentazione immaginaria è definita da macchie luminose che vengono da una luce che non viene da questo mondo di false apparenze, ma da altre sfere e dal colore rosso, il preferito dall’arista, in quanto simbolo del fuoco, dell’energia e della passione. Di conseguenza, intitola i suoi dipinti Bagliore, Il caro nel Fuoco della libertà, Nell’alto del Vulcano, La Terra che ribolle o L’Universo è creato.
Osservando proprio tali creazioni, si deduce che i colori che usa, nella posizione originale, sembrano essere stati appena inventati. Essi sono vari ed elementari spesso di carica erotica, soprattutto in dipinti come Matrimonio, nel trittico Armonia in blu accendono una musica polifonica o nelle quattro variazioni nel tema di Acque tropicali, dove coralli, seppie, relitti, radiazioni solari e onde danzanti cantano il loro inno alla bellezza della natura. Proprio quest’ultima opera riflette la devozione dell’artista all’Estremo Oriente creando un Oriente Occidentale mescolato con la pietà e la saggezza dell’Oriente. E’ capace di costruire, nel miglior senso della parola, ponti tra culture hanno raramente toccato e fertilizzato l’una l’altra con i suoi lavori cosmopoliti, dunque si può affermare che i suoi lavori invitano gli spettatori che hanno occhi per vedere e che sanno pensare a se stessi, al loro background e alla loro vita attraverso la meditazione.
Opere in esposizione:
Nell’arte pittorica di Lisa Etterich si riscontra un’anima artistica, che ritrova di volta in volta il piacere e il gusto di sperimentare, con una formula espressiva, che si nutre di contenuti formali e concettuali inediti e viene alimentata dalla complementarietà e dalla relatività della trasformazione e modulazione costante di materiali e di memorie, plasmati, uniti e sedimentati insieme in legame alchemico, nell’incessante ricerca di un’armonia totalitaria. Nella sua pittura si individua “un’anima” materica, quella più istintuale, spontanea e meno controllata, che si realizza nella struttura stratificata e sovrapposta della materia pittorica e delle cromie e si dilata nello spazio cosmico, con una prospettiva tridimensionale di immagini e rievocazioni, tendenti all’astrattismo e all’informale metafisico, con dei riferimenti e dei richiami alle raffigurazioni di atmosfere e spazi dell’universo e ad ambientazioni di mondi fantastici, di natura onirica ed extra terrestre. Nella sfera cromatica prevalgono le focose e lucenti tonalità cangianti e pulsanti, nelle loro gradazioni più accese e accentuate, alternate a squarci e bagliori di luce, che creano degli effetti scenici nella narrazione dominati dal movimento e dal flusso dinamico luminoso, infondendo un ritmo compositivo cadenzato, che scandisce le frequenze sequenziali della struttura globale. Emerge anche “un’anima” di segno, concettuale e relazionale, anch’essa protesa verso la terza dimensione, impregnata di forza comunicativa d’impronta spirituale e scaturita dal desiderio utopico dell’artista di “seminare” pensieri e riflessioni di saggezza e condividerli mediante il linguaggio dell’arte, che funge da strumento di “collante”, di congiunzione e di condivisione.
Questa forma di costruzione avvalora la maturità artistica della Etterich e lascia trapelare l’aspirazione a comporre una sorta di “simbiosi cosmica”, un’identificazione panica con forme ed elementi concepiti come fonti ineguagliabili di emozioni, sentimenti, percezioni, riportati e impressi nei quadri, nel tentativo di canalizzare e convogliare in essi le energie universali, per suscitare nello spettatore il medesimo stupore e la stessa meraviglia da lei percepiti nella fase elaborativa. Nel cammino artistico sono rilevanti la sperimentazione e lo studio dei materiali, che si affiancano a una continua ricerca del sé, del senso e dell’essenza dell’essere e dell’esistere e si pongono a fondamento di una poetica essenzialmente astratta e fortemente permeata da codici e simboli, derivanti da un complesso iter introspettivo e da un’analisi approfondita della sfera emotiva e relazionale. In lei è ben sviluppata la consapevolezza del ruolo assunto nel processo creativo, concepito come affermazione incontrastata di vitalità e come tensione energica e vigorosa verso l’ascesa spirituale e la crescita interiore. La Etterich si dimostra sensibile ad accogliere le filosofie e le culture di matrice orientale, che tendono a collocare nel loro centro il rapporto con il mondo e il contesto naturale, andando a costituire una cultura multiforme, risuonante dell’eco di altre storie, saperi, conoscenze, credenze, istanze, di diversa genesi e provenienza. Dall’Oriente trae le conoscenze, che dettano e ispirano le scelte espressive, in cui la materia è presenza concreta ed entità tangibile, che suggerisce e offre una sorta di “terreno fertile” sul quale, e dentro il quale, incidere il tratto segnico e fare depositare il colore. La tessitura cromatica è formata da una ricca composizione di tinte e sfumature in commistione, che agiscono per gradazioni sapientemente accostate, all’interno di una gamma tonale ben selezionata e delineata secondo una scala armonica e bilanciata di declinazioni. Nei dipinti si dispiega un ventaglio di tinte colorate, dense, corpose e materiche, con la predilezione per i toni del rosso e per i colori caldi e avvolgenti. Nelle rappresentazioni gli elementi archetipi, nella loro non forma iniziale, si collocano nello spazio creativo e lo riempiono di energia vitale, attraverso la presenza del colore, che dialoga e interagisce con lo spazio, tramite modulazioni e vibrazioni paragonabili a una narrazione informale, a una scrittura simbolica, che si propaga con estesa e ampia risonanza energetica e cattura l’attenzione dello spettatore in uno scambio compartecipe. L’incontro tra materia, colore e invenzione artistica genera e sviluppa delle trame di segni, propone delle formule modulari di immagini astratte, declina suggestioni visive di forme riconducibili a una visione di realtà, inserendosi in un processo di pluralità eterogenea di linguaggi, in nome della libertà espressiva, dettata dalla spiccata sensibilità emozionale e conservando sempre uno sguardo attento sulla dimensione contemporanea e sulla prospettiva del reale. Per la Etterich il fare arte, in quanto azione coerente, consapevole e intenzionale, e in quanto pensiero in atto volontario, agisce sull’immaginario comune e sulla fantasia collettiva per scuotere e sollecitare i fruitori verso importanti riflessioni, nel piacere della ricerca e della scoperta. L’arte è sinonimo di un cammino di ricerca interiore, per acquisire saggezza e consapevolezza dei propri pensieri e delle proprie azioni. Non le interessa rivolgersi a un discorso puramente e strettamente connesso all’impatto scenico e alla resa estetica fine a se stessa, ma vuole focalizzarsi soprattutto sul contenuto e sull’aspetto sostanziale, che stimolano il suo percorso evolutivo spirituale e lo avvolgono nella scia di una grande onda di energia rigenerante e rivitalizzante.
Elena Gollini - curatrice d'arte e giornalista