Cabano Agnese
Agnese Cabano, nata il 25 Marzo 1966 a La Spezia, vive dall’età di sei mesi a Roma.
Ha conseguito la maturità scientifica e successivamente la Laurea in Architettura specializzandosi nel settore del restauro. Effettivamente architetto e pittrice di professione, concima l’amore per il disegno già dall’infanzia utilizzando questa passione per realizzare giochi, gioiellini e piccoli oggetti. Durante la frequentazione delle scuole medie si serve dell’arte pittorica come via di sfogo per i tormenti adolescenziali. Apprezzata dall’insegnante per un progetto di terracotta plasmata durante una delle sue lezioni, viene incoraggiata sul sentiero dell’arte scultorea presso lo studio del suo maestro Luigi Sabbadini.
Tra gli insegnamenti ottenuti in circa dieci anni di istruzione, conosce e impara la tecnica ma soprattutto ora riesce a trasferire le proprie emozioni sulla creta. Allo stesso tempo inizia, da autodidatta, a disegnare e a dipingere. Durante il periodo scolastico, esprime le proprie emozioni sul diario, sui libri, sui quaderni e sul banco, mentre di notte, nella privacy della sua camera, continua a dipingere su tela e muri. Più avanti inizia a nutrire una vera e propria dedizione per il maestro Salvador Dalì e per le celebri, suggestive e bizzarre immagini delle sue opere surrealiste. Colpita, decide di riprodurre delle copie di alcuni dipinti, passione che tutt’ora la porta a continuare in questo progetto.
Il tema principale dei lavori della Cabano sono strettamente legati all’universo femminile, racchiudendo opere dedicate alla maternità fino ad arrivare alle violenze sulla stessa.
Altri punti di riferimento per la sua arte sono riconducibili a Frida Kahlo e Klimt. Tra le mostre si citano: Biennale di Firenze, Arte Padova 2013, Latinum Art Museum (Los Angeles), Eduard Art Museum (Tallin), Galata Museo MUMA (Genova), Museo Arte Internazionale Italia (Torino), Palazzo della Provincia (Milano), Castello di Oxford, Thre space gallery (Londra), Oratorio della passione (Milano), Galleria d’Arte Eustachi (Milano), Rocca Flea (Gualdo Tadino, Umbria).
Opere in esposizione:
È un'arte pittorica intrisa di significati profondi quella di Agnese Cabano, dove le figure femminili sono le protagoniste principali dello scenario narrativo e lo dominano indiscusse e incontrastate, con una raffigurazione dal magnetico e coinvolgente impatto. Una pittura allineata alla radice di matrice figurativa integrata da una vivace componente d'ispirazione surreale e fantastica. Una pittura che si rende testimonianza del senso della bellezza e del culto per il bello, nella sua espressione più fantasiosa e incondizionata, condotta tramite una trama e una tessitura narrativa di accattivante raffinatezza e suadente eleganza compositiva, che contiene e racchiude in sé intensi messaggi e induce a importanti riflessioni, andando oltre il puro impatto estetico fine e se stesso. A caratterizzare i dipinti è la cromia sempre molto accesa e marcata, con tinte forti e incisive. Una cromia che illumina con luce radiosa e avvolge con briosa energia vibrante le raffigurazioni proposte. Lo spettatore viene proiettato in una coinvolgente dimensione posta in sospensione tra visione reale e onirica, in bilico tra reale e irreale, che sorprende per il fulgore della vitalità ed evidenzia al contempo il richiamo di simbolismi e allegorie metaforiche di elevata valenza.
La Cabano è artefice e portavoce di una pittura di spessore, che nasce dall'incontro in fusione del vissuto esistenziale, della spiritualità intima e della sfera immaginaria e sfocia in rievocazioni armoniose, che possiedono una doviziosa e certosina ricchezza di elementi strutturali. Si evince un'equilibrata finezza dell'impostazione dimensionale d'insieme, una sicurezza e padronanza penetrante del disegno e un'acquisita conoscenza del taglio e della distribuzione delle sfumature tonali per la migliore resa ad effetto. La stesura dei colori segue un senso di ordinata, garbata e compiuta organizzazione nel passaggio dall'una all'altra, così come nella loro coesione e combinazione ad intreccio. La narrazione prospettata viene animata e rinvigorita dal gioco complesso e affascinante della tavolozza colorata, che sembra vibrare sferzante nella pennellata, mantenendo però una perfetta e proporzionata sintesi di gusto e misura, senza mai ridondare in eccessi. La pennellata è calda, ferma ed energica, piena e densa di colore, tanto da consentire improvvise e sorprendenti accensioni di fasci e bagliori luminosi, che esaltano ed avvalorano la visione rappresentata ed evidenziano nell'atto del dipingere un'impellente e incalzante spinta del pathos emozionale, che si sprigiona sulle tele.
Da questa suggestiva adesione al sentimento che la guida nasce e si alimenta la vena di poetico lirismo, assolutamente spontaneo e senza riserve, che contorna e avvolge le opere e da subito si coglie l'autentico trasporto di chi dipinge per pulsione vibrante e appassionato moto dell'anima, obbedendo al desiderio creativo dettato dall'ego interiore. La Cabano sente la pittura in modo viscerale, la ama, si realizza totalmente tramite essa e scava nel suo mondo sommerso, instaurando con essa un colloquio continuo e penetrandone i segreti più celati e reconditi, come a scoprire una sorta di incantesimo segreto che la sorregge. Vuole fare emergere il rapporto speciale esistente tra essenza e apparenza, fatto di intimità, confidenza, religioso e raccolto rispetto quasi ossequioso di un dialogo sostanziato e pregnante. I suoi quadri contengono e custodiscono qualcosa di vivo e palpitante. Le immagini sono rese verosimili dalla magica pennellata, che scorre magistralmente, affinandosi e perfezionandosi con esiti e soluzioni di mirabile pregevolezza e virtuosismo tecnico nell'esecuzione. La Cabano dimostra piena e consolidata maturità espressiva e si allinea a quanto dichiarato da John Ruskin «Arte è quando la mano, la testa e il cuore dell'uomo vanno insieme».
Elena Gollini - giornalista e curatrice d'arte