Ugolotti Jucci
Jucci Ugolotti opera nel mondo dell'arte sin dagli anni giovanili,
in varie discipline artistiche, ma è la scultura che sente più congeniale, tanto da approfondirne gli studi a Brera, conclusi con una tesi di argomentazione plastica col critico d'arte e docente Guido Ballo; anni determinanti per la sua professione, che l'hanno vista allieva di Marino Marini e Alik Cavaliere. In un clima libero da schemi, in cui le idee circolavano liberamente, ogni generazione di discepoli vedeva rinnovarsi il miracolo di nuovi fermenti e stimoli: proprio quel "senso de l'Etrusco" con cui Marini comunicava "un'idea antica ed eterna di fare scultura" rappresentava per Jucci Ugolotti la maggiore attrattiva del grande Maestro toscano. La sua prima mostra personale presso la Galleria Niccoli di Parma è del 1980 (fino ad allora aveva alternato docenza e attività professionale). Molto presente nel suo territorio - vive a Parma, sua città natale - si orienta verso la realizzazione di opere pubbliche, sempre prediligendo le grandi dimensioni. A tutela del patrimonio artistico cittadino propone progetti di recupero di opere monumentali in rame, bronzo e marmo, facendo esperienze di restauro e riproduzioni su calco del Colossale Ercole e Anteo di Theodor Van Der Stuck (1687) e sul ciclo marmoreo del Giardino Ducale di Parma di Jean-Baptiste Boudard (1760). Nel 1995 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali la nomina "Accademico" di Belle Arti e, sempre per meriti artistici, riceve nel 1996 il premio Sant'Ilario di Parma Nostra e l'internazionale "Nike di Samotracia" a Roma. Sue opere sono presenti in collezioni private e arredano spazi pubblici in Italia e all'estero. Nel 2010 allestisce un museo personale di scultura contemporanea nel Palazzo Ducale di Sala Baganza (Parma). Jucci Ugolotti è presente alla 56° Biennale Internazionale d'Arte a Venezia.
Opere in esposizione:
La pregnante rievocazione figurativa tramite l'arte scultorea e la collocazione delle composizioni creative, nel rapporto di relazione con il contesto e l'ambiente circostante, sono una motivazione di consistente impegno nell'operato artistico di Jucci Ugolotti, che si cimenta estraendo dalla materia scultorea le immagini, suggeritegli dal proprio estro innato e dal fervido spirito d'inventiva. Nelle sculture, egli realizza il suo microcosmo reale e fantastico del mondo e della sua visione e proiezione esistenziale, arricchendole di contenuti sostanziali di intensa valenza simbolista, metaforica e di significati allusivi e subliminali. L'operato artistico di Ugolotti, nella sua articolata e sfaccettata interpretazione, è come lo specchio riflesso di un lavoro meticoloso e certosino che si traduce nella sua esperienza e maturazione esistenziale. Ugolotti lancia uno sguardo alla tradizione passata e antica e, al contempo, si rivolge alle storie delle idee della moderna concezione di plasticità, attingendo fonti e spunti d'ispirazione, che vengono poi filtrati dal suo eclettico e poliedrico intuito progettuale e vengono personalizzati con caratteri e aspetti distintivi peculiari. La fisicità materica delle sculture acquista una sorta di "dimensione mitica" dall'impronta arcaica, dove i rapporti compositivi e le strutture narrative assumono una formula espressiva d'insieme armoniosa e contengono e custodiscono importanti messaggi che superano la pura visione estetica. L'artista guida e canalizza la materia, nel suo formarsi e forgiarsi, in immagini e raffigurazioni; le direzioni verticali e orizzontali, che si definiscono nello spazio, perfezionano e completano la coreografia scenica. La struttura è fortemente espressiva e si manifesta come emozione intima, pathos esistenziale, originalità rappresentativa e assolutezza del linguaggio plastico di efficace resa. Per lui, l'atto scultoreo costituisce un coinvolgente momento di raccoglimento interiore e di abbandono emotivo. Le sculture di Ugolotti, sono una "testimonianza parlante" di un passato e di un vissuto, che viene rievocato attraverso esse. Custodiscono al loro interno e si portano dentro un allure speciale di mistero, quasi indecifrabile e impenetrabile e possiedono un cuore pulsante e un'anima vibrante. Durante la fase di elaborazione, Ugolotti inventa e sperimenta nuove situazioni plastiche, nuovi equilibri strutturali e nuove pulsioni e vibrazioni energetiche. I lavori spostano e indirizzano l'attenzione del fruitore verso l'evoluzione e il divenire esistenziale e sprigionano un'energia che si propaga intorno ad esse. L'azione vitale della creazione artistica implica e presuppone un atteggiamento fiducioso e di amore verso la vita. Per lui, l'incalzante stimolo di creatività è l'elemento essenziale della sua poetica e si rivela sorretto da una spiccata e acuta intuizione istintiva. Egli realizza opere con una particolare morfologia semantica, atipica e non consueta, che si rigenera e si rivitalizza alla luce di una spiritualità ancestrale e ci riporta alle sorgenti stesse della vita.
Elena Gollini - curatrice d'arte e giornalista