Alvisini Nicoletta
Nicoletta Alvisini, nasce a Fagge, un piccolissimo paese nel Comune di Fiamignano in provincia di Rieti il 24 luglio 1946.
La carta ed i colori realizzavano i suoi sogni di bambina. Nel 1968 ha iniziato timidamente a fare le sue prime personali, riportando un gran successo di critica e di pubblico. In quegli anni ormai lontani, i temi ricorrenti nelle opere dell'artista erano paesaggi danteschi nonché figure, fiori e nature morte. Questo suo voler affondare il pennello in qualche passo della 'Divina Commedia' non era certamente un vuoto esercizio formale della mente ma un bisogno interiore di trasportare sulla tela le visioni del poeta che, grazie ad una felicissima operazione pittorica si trasmutavano in apparizioni fantastiche tagliate in uno spazio quasi magico. Nicoletta riesce a contenere in tutte le sue opere una pressante concitazione di idee, di sentimenti ed emozioni che trovano sfogo in una fremente e luminosa atmosfera. Il colore da ai dipinti un clima surreale, ne esalta la luce e tira fuori dai vari soggetti delle sue opere ciò che essi ci vogliono trasmettere. Negli anni troviamo in tutti i suoi lavori la stessa volontà di coerenza e di fedeltà al suo cromatismo ed alla sua tecnica ma l'artista non disdegna rapportarsi con altre esperienze, tanto che nel 1995 decise di frequentare un corso di iconografia a Firenze. Nella vita Nicoletta ha esercitato con impegno e dedizione la professione di insegnante e con passione e amore quella di moglie e di mamma di Azzurra. Quando non è intenta a pitturare si dedica alle sue altre passioni come la scrittura, la numerologia, il giardinaggio e la cucina, in particolar modo ai dolci che decora come fossero delle piccole tele. Durante la sua carriera pittorica momenti di intenso lavoro, testimoniato dalle molteplici mostre a cui l'artista a preso parte (Spoleto 1976) e dagli altrettanti riconoscimenti e premi ricevuti, si sono alternati a momenti di pausa dovuti con suo grande rammarico a fattori esterni alla sua volontà.
«La spontaneità, quanto più diretta possibile, anche a costo di esprimersi in maniera rudimentale, è la caratteristica basilare del modo per cui Nicoletta Alvisini assegna un senso all'arte, interpretandola non come una sublimazione della vita, proiettata in una dimensione intellettuale che ne oltrepassi i limiti, ma come un'appendice che ha stabilito con essa un rapporto di perfetta coerenza, riflettendo il sereno compiacimento per un'esistenza che non ha bisogno di trovare altra soddisfazione al di fuori della coltivazione di valori semplici e domestici. Nulla, quindi, potrebbe essere di diverso, nella pittura della Alvisini, se non riuscisse ad appagarla altrettanto». Vittorio Sgarbi
Opere in esposizione