Campese Ester "Campey"
Campey è il nome d'arte scelto da Ester Campese.
Risente dell'influsso orientale e deriva proprio dalla contrattura del suo cognome e dall'augurio che si fa in giapponese per il brindisi; Campey vuole così simboleggiare un augurio universale. Realizza una pittura sia astratta che figurativa utilizzando strutture informali e vitali. Nei suoi dipinti si scorge una personalità aperta e di originale respiro. Persegue una evoluzione nello stile e tecnica personalissime, le cromie intense e corpose riflettono un percorso interiore espresso nelle tele con colori che acquistano valenza di rito cromatico. L'idea che si prefigge Ester Campese è: Quando attraverso i miei quadri riesco a far andare oltre il semplice impatto retinico chi li osserva, spero sempre di essere riuscita a far fare loro un viaggio nell'intimo liberando la creatività che in ognuno di noi alberga. Ossia che l'artista possa trasformarsi in una sorta di traghettatore per chi, d'innanzi ad un'opera d'arte si mette in gioco senza paura, senza pregiudizi e sovrastrutture di alcun tipo. A metà strada tra un'analisi in direzione di un linguaggio che abbia prettamente a che fare con l'estetica e di un suo parallelo, attraverso cui si può accedere ad una interiorità non sempre immediata da svelare, Campey crea e sperimenta. Nelle sue opere, la freschezza pittorica si fa latrice di un inusitato entusiasmo mutuato da un uso del colore che sa farsi tramite per un linguaggio più intimo ed espresso anche con la prospettiva. Il polimaterismo e lo spessore materico presente in alcune delle sue opere permette a Campey di innescare un dialogico rapporto tra l'artista ed il fruitore. Un'evoluzione che prende in causa sia l'artista che, di volta in volta, le sue opere prodotte, compiendo un passo avanti nella continua ricerca interiore e nella tecnica. Campey riesce a coniugare e a piegare al proprio estro le più ardite armonie cromatiche, la linearità dei disegni ed il rigore delle prospettive. Che si tratti di una figura, di un paesaggio o di una creazione astratta, ogni dipinto è un'opera unica in cui è evidente la cura del dettaglio nella strutturazione dell'insieme, al voluto scopo di raggiungere la massima empatia con l'osservatore. Tra le principali mostre realizzate si citano, nel 2014, la Personale Campey – In Viaggio presso il Castello di Rocca Ranieri e il Festival Internazionale d'Arte a Roma, presso il Complesso Museale Agostiniana. Nell'anno corrente, invece, Ester Campese espone alla Collettiva Arte Italiana tra forma e colore al Palazzo Palffy di Bratislava, alla Biennale Internazionale d'Arte in Umbria a Umbertide, alla Biennale Internazionale di Arte e Cultura Romart presso il polo fieristico di Roma ed è una dei sedici selezionati dell'iniziativa Exponiamoci, presso la Galleria Pall Mall di Londra; partecipa poi a Spoleto Arte a cura del Prof. Vittorio Sgarbi a Palazzo Leti Sansi, nel cuore di Spoleto, alla 7ᵃ edizione della Mostra collettiva internazionale Nuova meta del Contemporaneo a Palazzo Fantuzzo, Bologna (Galleria Farini Concept) e alla Collettiva Arti senza frontiere, un Grand Tour Internazionale dell'Arte nelle più importanti città della Russia: Volgograg, San Pietroburgo e Mosca.
«È di effervescente semplicità l'ispirazione di Ester Campese, pittrice eclettica che spazia dal repertorio più convenzionale, in linea con i caratteri della produzione popolare, a originali creazioni che possono anche, per esempio, reinterpretare in modo personale la grammatica kandiskijana, ricavandone lessici di gustosa freschezza, all'insegna di una spontanea joie de vivre che traspare evidente in ogni atteggiamento dell'artista». Vittorio Sgarbi
Opere in esposizione: